2004 – MARATONA DI NEW YORK

L’avventura comincia alle 2.30 di giovedi 4 novembre, quando un nutrito gruppo di Livignaschi si ritrova davanti al centro sci fondo con tanto di valigie, borsoni e tutto il necessario per una viaggio transoceanico che si preannuncia memorabile. 

E’ l’inizio della nuova trasferta collettiva del Marathon Club Livigno per affrontare l’ormai tradizionale maratona autunnale. Dopo aver raccolto alcuni compagni di avventura in Valdidentro, Bormio e Chiuro, si procede spediti verso l’aereoporto di Milano Malpensa. Qui, alle 10.10, decolla il nostro aereo con a bordo un totale di 49 rappresentanti in spedizione verso una delle mete più affascinanti per i maratoneti di tutto il mondo: New York!

L’arrivo nella Grande Mela è segnato dal maltempo e da una pioggia costante che però non ci demoralizza assolutamente dalla voglia di conoscere fin da subito la metropoli americana. 

Dopo aver sistemato i bagagli nell’albergo situato nel cuore di Manhattan, usciamo tutti insieme per dirigerci verso il Jacob Javits Center a ritirare il pettorale.
Il primo impatto con la città è emozionante: molti di noi sono qui per la prima volta e non possono che restare estasiati nel trovarsi in mezzo a tutti questi grattacieli che si sovrastano l’uno sull’altro!
Nonostante siano le dieci di sera e ci siano sei ore di fuso orario con l’Italia, nessuno di noi ha voglia di andare a dormire. L’unica motivazione che ci consente di ritirarci piuttosto “presto” è il programma della giornata seguente che prevede un tour della città e la visita alla statua della libertà.

Il venerdì mattina inizia abbastanza presto per molti di noi.. Complice anche il fuso orario che ci sveglia troppo presto, ci ritroviamo alle 7.00 a correre in Central Park insieme a migliaia di appassionati come noi tra cui anche gli amici Pizzolato e Linus di Radio Deejay

Rientriamo in albergo per una veloce doccia e poi ci ritroviamo tutti nella hall per partire insieme alla volta di Liberty Island, l’isola a sud di Manhattan dove è posizionata la Statua della Libertà.

Siamo emozionati e anche un tantino spaesati, ma la buona sorte ci ha dato in dono il capogruppo Livio, che riesce a gestirci in maniera ottimale e a spiegarci il tragitto per arrivare alla meta di giornata.
Scendiamo cosi in metropolitana e nemmeno il tempo di arrivare alla prima stazione che ci accorgiamo di essere solamente in 48!
Purtroppo il capogruppo ci ha già smarriti…Fortunatamente ci ritroviamo abbastanza presto e cosi la giornata trascorre velocemente, prima a Liberty Island e successivamente a Ground Zero dove l’incontro casuale con l’olimpionico Stefano Baldini ci fa ricordare che domenica dovremo correre la maratona… 

La visita della città continua fino a tardi e quando facciamo ritorno in albergo siamo esausti!
Abbiamo camminato tutto il giorno e se potessimo continueremmo ancora.. alla faccia di coloro che consigliano il riposo nei giorni precedenti la gara!
Il giorno successivo facciamo visita all’Empire State Building, che con i suoi 380 mt di altezza è uno dei simboli della città. Dopo due ore di coda per salire arriviamo finalmente in vetta: qui ci attende uno spettacolo mozzafiato.
Il panorama è splendido e ci consente di vedere fino a 25 miglia di distanza!
Il pomeriggio facciamo ritorno verso l’albergo per ascoltare la conferenza di Orlando Pizzolato che si prodiga ad elargire consigli a tutti noi. 

Ormai la tensione pre-gara comincia a sentirsi e alla sera la cena in compagnia non è altro che uno scambio di opinioni su quello che ci attende il giorno dopo.
Coloro che sono alla loro prima esperienza temono di non arrivare, i veterani “vedono” già il fatidico muro del 33° km, i più esperti cercano di convincere Romeo ad affrontare i 42 km  e 195 metri.. non sanno ancora che domani sera a quest’ora anche lui sarà un maratoneta a tutti gli effetti!
Dopo aver finito di cenare nel ristorante italiano di un nostro amico valtellinese abbiamo fretta di tornare in albergo perché mai come in questo caso il sonno ci sembra l’unico rimedio per cercare di accumulare il maggior numero di energie.

Ci mettiamo sotto le coperte e quando suona la sveglia è finalmente arrivato il grande giorno!
Ci prepariamo con cura, controlliamo che pettorale e chip siano posizionati in maniera corretta, effettuiamo una colazione ricca di carboidrati, non trascuriamo niente perché temiamo tutti di non riuscire a sfoderare la prestazione desiderata. Quando saliamo sui pulmann che ci portano verso la partenza nei pressi del Ponte di Verrazzano stemperiamo la tensione cantando l’inno del Marathon.
Ad intonare la canzone ci pensa Romeo che a sorpresa ha deciso di lanciarsi pure lui lungo il percorso che porta verso Central Park!
Non appena arriviamo alla partenza veniamo suddivisi in tre gruppi in base al colore del nostro pettorale. 

Prima di salutarci ne approfittiamo per fare una bella foto ricordo e dopo ci incamminiamo per prendere posto nella grandissima area di partenza che accoglie altri 40.000 appassionati come noi provenienti da ogni angolo della terra

Mentre il presidente rilascia interviste per le televisioni italiane al seguito, per molti di noi iniziano i riti scaramantici che tradizionalmente precedono una maratona.
Si cominciano cosi a vedere i passaggi da una mano all’altra di barrette energetiche, integratori e soprattutto dei tubetti di vasellina da spargere nelle zone maggiormente a rischio di strofinamento durante la gara.
I minuti continuano a passare, ci liberiamo progressivamente degli indumenti che abbiamo utilizzato per tenerci caldi fino a restare in calzoncini e maglietta, e a quel punto manca veramente poco. 

Alle 10.10 sentiamo lo scoppio di un cannone: la gara è partita!
Da qui in avanti non esistono più compagni, siamo solo noi con noi stessi.
Ci vengono in mente i mesi di preparazione in vista di questo momento e cerchiamo di restare concentrati fin da subito.
I primi chilometri scorrono molto velocemente, ci sembra di stare in gran forma, ma sappiamo che il brutto verrà dopo. La cosa che ci da maggior carica è sicuramente il pubblico: due milioni di persone lungo tutti i 42 chilometri non fanno altro che incoraggiarci, un tifo continuo che ci emoziona e ci rapisce.
Oggi per loro siamo tutti degli eroi e noi non possiamo far altro che cercare di dare il massimo per ripagarli di tanto affetto ed entusiasmo.
Un bambino a bordo strada ci corre accanto con dell’acqua, un altro ancora ci offre delle banane e delle arance, un complessino suona nel cuore di Brooklin per darci la giusta carica.

Arriviamo a metà gara senza nemmeno accorgerci e quando al 25° km entriamo in First Avenue restiamo basiti dinanzi allo spettacolo che il pubblico americano ci ha preparato.
Un rettilineo lungo circa otto chilometri con ai lati una folla festante ci fa rabbrividire dall’emozione: ognuno di noi, sia i più freschi che coloro che sono affaticati capiscono che in ogni caso oggi arriveranno al traguardo.
Oggi per tutti noi c’è una carica speciale che ci impedirà di fermarci. 

Gli ultimi chilometri sono i più duri, il passaggio in Central Park presenta delle salite che dopo tanti chilometri nelle gambe sembrano più ripide del Passo Cassana!
Il pubblico è però ancora una volta l’arma in più che ci fa arrivare al traguardo e quando transitiamo sotto lo striscione d’arrivo l’emozione è più forte della fatica. 

Anche stavolta ce l’abbiamo fatta tutti!
Anche Romeo che ha deciso solo ieri di prendere parte a questa gara emozionante!
Nonostante la fatica si faccia sentire resta la soddisfazione per aver vissuto una giornata indimenticabile, una festa memorabile in compagnia di altri 48 amici a attorniati da milioni di persone festanti che ci hanno offerto uno spettacolo unico.

Nel ritornare verso l’albergo incontriamo molti newyorkesi che ci fanno i complimenti nonostante sia la prima volta (e probabilmente anche l’ultima) che ci vedono..
Forti questi americani! Ci hanno regalato proprio una bella soddisfazione!

Alla sera ceniamo tutti insieme e i discorsi sono tutti incentrati chiaramente sulla gara del giorno prima.
Per alcuni di noi domani sarà già ora di rientrare in Italia, mentre per gli altri si prospettano alcuni giorni ad Orlando in Florida, nel regno dei parchi di divertimento.
Qui passiamo delle giornate di puro relax tra montagne russe e cene a base di bufalo.
Quando il venerdì rientriamo in Italia abbiamo nel cuore un esperienza indimenticabile, grazie anche alla perfetta organizzazione del capogruppo (oramai divenuto Direttore) Livio e di Patrizia.

Al nostro arrivo passiamo il testimone virtuale ad alcuni amici che si apprestano a correre la maratona di Livorno domenica 14 novembre.

Per tutti noi non resta che cominciare a pensare alla prossima maratona.
D’altronde, come diceva un saggio, non si vive di ricordi ma dell’essenza della vita!