Vertical Io Vagabondo 2023: dritto per dritto

Il podio femminile
Il vincitore maschile

“La metto qua, questa bandierina, va bene?

“Sì, va bene lì… adesso dobbiamo decidere come fare? Mettiamo dentro qualche curva come il primo anno?”

“Nah, andiamo su dritto per dritto, cosa dici?”

“Sì, meglio… dritto per dritto!”

Ed ecco la quarta edizione del Vertical Io Vagabondo in memoria di Albertino Mottini. Si parte alle 20:30 puntuali dal parcheggio giù in basso… giù, perchè noi siamo già alla Tea Borch a guardare dall’alto il serpentone di atleti che di serpentesco non ha nulla, perchè non c’è neanche una curva in mezzo al tracciato: è una linea dritta, sembra tracciata con il righello! Dal parcheggio si sale lungo il costone d’erba seguendo le due file di bandierine arancioni che segnano il percorso un po’ come le luci di un aeroporto delimitano una pista di atterraggio… solo che qua c’è da atterrare in discesa… o in salita… dipende da dove la si guarda: a noi dall’alto sembra una discesa… a loro giù in basso sembra sicuramente una salita! Non abbiamo messo curve, sarebbe stato troppo semplice. E poi oggi ha piovuto, l’erba è ancora bagnata… così è ancora più divertente. 

La gara è corta, il primo a tagliare il traguardo impiega poco più di tre minuti: giusto l’attimo di un respiro. Quando il vincitore è in cima, gli ultimi sono ancora in fondo, hanno appena iniziato a risalire il costone. A vederli da sopra sembrano delle formiche un po’ troppo cresciute e trasmettono tutta la loro fatica: salgono ingobbiti, quasi piegati in due, con la fronte che quasi sfiora il terreno che in alcuni tratti ha delle pendenze… esagerate!

Tante formiche… ops, atleti… sono maratoneti, gente abituata a correre delle ore prima di sedersi a tavola in compagnia. Qua invece, in pochi minuti si è già davanti ad un bel bicchiere di vino e un abbondante piatto di sciatt e affettati, pronti per un terzo tempo rugbystico. Probabilmente per tutti i presenti questa è la parte più bella del Vertical: il momento in cui si sta insieme a ridere e scherzare nel ricordo di Albertino Mottini. C’è anche un po’ di Africa: qualcuno è di parte, ma quel pizzico di Africa rende tutto più interessante… mentre si mangia e si chiacchiera spensierati scorrono le immagini di un lontano pezzo di Kenya… prima che la serata finisca ci sarà una lotteria per raccogliere fondi per i progetti umanitari in quell’angolo di mondo. 

Alle soglie della mezzanotte si spengono le luci e ci si prepara a scendere a rotoloni verso valle (… eventualmente c’è anche il comodo sentiero, quello che non abbiamo voluto fare in salita…) con la luna piena che rischiara il bosco e che è lì, come un pallone pronta a rotolare, anche lei, giù dalle montagne.

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