#see you after the finish line!

Siamo pronti? Avremmo corso abbastanza quest’estate? L’ultimo lungo è andato bene? A quest’ora dovremmo ormai aver fissato il nostro obbiettivo… 4 ore e 15 minuti? Sotto le 4 ore? 3 ore e mezza? Dai, esageriamo… vogliamo essere i primi esseri umani a scendere sotto le 2 ore prima che ci provi Eliud Kipchoge a Vienna nella stessa mattina in cui ci proveremo noi? Beh, forse così l’asticella l’abbiamo messa troppo in alto… Fa niente, l’importante è provarci! Quale che sarà l’obbiettivo e quale sia stato il percorso di preparazione che abbiamo fatto per arrivare a questo punto adesso è tutto pronto: possiamo solo gustarci l’attesa e tutto quello che ne consegue: il ritiro del pettorale, la vigilia, l’ultima cena (no… non quella di Leonardo Da Vinci, niente di così drammatico…), la notte insonne per qualcuno e una come tante altre per qualcun altro, la colazione (tre ore prima della partenza o meglio due ore prima della partenza? Vabbè, facciamo così, spaghettata a mezzanotte, grigliata alle tre e peperonata verso le cinque e un quarto!), il lungo rito della vestizione (avete presente quando nel film Il Gladiatore i lottatori si preparano con le armature e le armi e poi una carrucola li solleva in alto e si aprono le porte e si ritrovano in mezzo al Colosseo?? Beh, così…). E a quel punto non rimane da fare altro che spintonarsi con altre migliaia di concorrenti come succede in un formicaio all’ora di punta per prendere posto sotto lo striscione del via! Ancora qualche secondo… 5…4…3…2…1… Via!

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